Cellule staminali cordone ombelicale: nuova speranza per funzione ovarica

Le cellule staminali del cordone ombelicale riaccendono la speranza per la funzione ovarica

Uno studio dimostra come le cellule staminali del cordone ombelicale possano migliorare la funzione ovarica nei modelli animali affetti da insufficienza ovarica precoce dovuta a chemioterapia.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Stem Cell Research & Therapy ha rivelato che le cellule staminali mesenchimali (UC-MSCs) derivanti dal cordone ombelicale umano possono ripristinare la funzione ovarica in modelli animali di insufficienza ovarica precoce (POF) indotta dalla chemioterapia. Questo trattamento, finora sperimentato sui topi, ha dimostrato di migliorare la struttura e la funzione ovarica grazie a un meccanismo che coinvolge le vescicole extracellulari (EVs) prodotte dalle UC-MSCs.

Il team di ricerca ha scoperto che le UC-MSCs, somministrate sei giorni dopo l’iniezione di chemioterapici, promuovono la proliferazione delle cellule della granulosa ovarica e riducono l’apoptosi (morte cellulare). Il segreto di questo effetto benefico sembra risiedere in una proteina chiamata clusterina (CLU), trasportata dalle vescicole extracellulari. La clusterina attiva il percorso molecolare PI3K/AKT, fondamentale per prevenire l’apoptosi e favorire la rigenerazione delle cellule ovariche.

La chemioterapia e la POF La POF colpisce l’1% delle donne sotto i 40 anni, con un’incidenza elevata tra le pazienti sottoposte a chemioterapia. Il trattamento con UC-MSCs e le vescicole extracellulari che esse producono rappresenta una nuova frontiera terapeutica per le donne che soffrono di questa condizione a causa di trattamenti oncologici.

I risultati dello studio I topi affetti da POF che hanno ricevuto il trattamento con UC-MSCs hanno mostrato un aumento significativo dei follicoli ovarici a diversi stadi di sviluppo, oltre a un recupero dei livelli ormonali, come l’estradiolo, e una riduzione della degenerazione follicolare. In particolare, le vescicole extracellulari derivate dalle UC-MSCs si sono rivelate altrettanto efficaci delle cellule staminali stesse, suggerendo la possibilità di un trattamento “cell-free” (senza cellule), riducendo i rischi associati al trapianto di cellule.

Prospettive future Questo studio apre la strada a nuove possibilità per la cura dell’insufficienza ovarica precoce attraverso terapie basate su vescicole extracellulari e proteine specifiche, come la clusterina. I ricercatori puntano ora a esplorare ulteriormente i meccanismi molecolari coinvolti, con l’obiettivo di tradurre questi promettenti risultati in trattamenti clinici.

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