Cellule staminali del tessuto adiposo

Il tessuto adiposo – quello che comunemente chiamiamo “grasso” – non è soltanto una riserva energetica. È un vero e proprio organo attivo, ricco di vasi sanguigni, cellule immunitarie e, soprattutto, di cellule staminali.
Queste cellule, chiamate cellule stromali mesenchimali (MSC), si trovano intorno ai vasi sanguigni che percorrono il tessuto adiposo. Sono cellule indifferenziate, cioè prive di una funzione precisa, con la capacità di trasformarsi in diversi tipi di tessuto: osso, cartilagine, muscolo, tessuto adiposo stesso.

In altre parole, dentro al nostro grasso si nasconde un vero laboratorio rigenerativo naturale.

Perché il tessuto adiposo è così interessante

Rispetto ad altre fonti di cellule staminali, come il midollo osseo, il tessuto adiposo ha due vantaggi enormi:

è abbondante: tutti noi abbiamo depositi adiposi utilizzabili;

è facilmente accessibile: la raccolta avviene con una piccola liposuzione, una procedura mini-invasiva e sicura.

Un altro dato sorprendente: il grasso contiene una quantità di cellule staminali molto più alta rispetto al midollo osseo. Per questo è oggi considerato una delle fonti più ricche e promettenti di cellule mesenchimali adulte.

Come viene utilizzato il tessuto adiposo: SVF e Full Fat

Quando si utilizza il tessuto adiposo in medicina, si possono seguire due approcci principali:

1. SVF – Stromal Vascular Fraction

Il tessuto adiposo può essere “scomposto” per estrarre la sua parte più interessante: la frazione vascolo-stromale (SVF).

Questa frazione contiene cellule mesenchimali, cellule endoteliali, periciti e cellule immunitarie.

In parole semplici, è un concentrato cellulare che racchiude il potenziale rigenerativo del grasso.

La SVF è oggetto di numerosi studi clinici e sperimentazioni, in particolare in:

  • ortopedia (rigenerazione di cartilagini e tendini),
  • dermatologia (guarigione di ulcere e ferite croniche),
  • medicina rigenerativa sperimentale (applicazioni in neurologia e cardiologia).

2. Full Fat

Un approccio diverso consiste nell’utilizzare il tessuto adiposo così com’è, processato e purificato, senza separarne le cellule. È il cosiddetto full fat.

In questo caso, il grasso mantiene non solo le cellule staminali, ma anche la matrice extracellulare che funge da “impalcatura naturale” per sostenere la rigenerazione.

L’uso clinico più diffuso è il lipofilling, una tecnica di chirurgia plastica e ricostruttiva che trapianta tessuto adiposo per ricostruire volumi (ad esempio dopo un intervento oncologico al seno), migliorare cicatrici o riparare danni cutanei causati da traumi o radioterapia.

Usi già oggi possibili

Le cellule staminali del tessuto adiposo – sia sotto forma di SVF che di full fat – hanno già trovato applicazioni concrete:

  • Chirurgia plastica e ricostruttiva: ripristino dei volumi, correzione di cicatrici, miglioramento dei tessuti danneggiati.
  • Dermatologia: trattamento di ulcere croniche e ringiovanimento cutaneo.
  • Ortopedia: applicazioni in studio per la riparazione di articolazioni, cartilagini e tendini.

E il futuro è promettente: le cellule mesenchimali adipose vengono studiate anche per malattie cardiache, neurologiche e autoimmuni, grazie alle loro proprietà immunomodulanti.

Perché conservarle

Conservare il tessuto adiposo significa mettere da parte una riserva personale di cellule staminali mesenchimali che:

  • sono facili da raccogliere, con una procedura mini-invasiva;
  • sono già oggi utili in diversi ambiti clinici;
  • offrono prospettive future in medicina rigenerativa avanzata.

Ciò che fino a pochi anni fa veniva considerato un semplice “eccesso” da eliminare è oggi riconosciuto come una fonte di salute e rigenerazione.

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