Cellule mononucleate del sangue periferico

Non sempre serve aspettare la nascita per avere accesso a una risorsa cellulare preziosa. Oltre al cordone ombelicale, al tessuto cordonale e alla placenta, c’è un’altra possibilità: il sangue periferico, quello che scorre ogni giorno nelle nostre vene.

Da un semplice prelievo si possono isolare le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC, Peripheral Blood Mononuclear Cells), un insieme di cellule immunitarie – come linfociti e monociti – che a prima vista sembrano “comuni”. La vera sorpresa è che queste cellule, grazie alle moderne biotecnologie, possono essere riprogrammate e tornare a uno stato primordiale, diventando cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC, Induced Pluripotent Stem Cells).

Dalle PBMC alle iPSC: il potere della riprogrammazione

Immagina di poter “riavviare” una cellula adulta, cancellandole la memoria di ciò che è — ad esempio un linfocita — e riportandola a uno stato primordiale, come se fosse tornata indietro nel tempo. Questo è, in sostanza, ciò che accade con la riprogrammazione cellulare.

Grazie a questa scoperta, che è valsa il Premio Nobel a Shinya Yamanaka, le cellule del sangue periferico (PBMC) possono essere trasformate in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC, Induced Pluripotent Stem Cells). Queste nuove cellule non hanno più un destino già scritto: sono tornate pluripotenti, con la capacità di dare origine a quasi tutti i tipi cellulari dell’organismo umano.

Le iPSC, infatti, non si trasformano spontaneamente in neuroni, cellule cardiache o pancreatiche. Possono però essere guidate dai ricercatori a seguire percorsi di differenziamento specifici, fino a diventare:

  • neuroni e cellule gliali, per studiare o affrontare malattie neurodegenerative come Parkinson o SLA;
  • cellule cardiache (cardiomiociti), per modelli di riparazione del cuore dopo un infarto;
  • cellule pancreatiche in grado di produrre insulina, con prospettive concrete per il diabete;
  • cellule della retina e della cornea, per restituire funzioni visive;
  • cellule del fegato, delle ossa e della cartilagine, utili per rigenerare tessuti complessi.

In sintesi:

  • le PBMC sono il punto di partenza, raccolte facilmente con un prelievo di sangue;
  • le iPSC sono il risultato della riprogrammazione, cellule pluripotenti con un potenziale enorme;
  • il differenziamento guidato è il ponte che trasforma le iPSC in cellule mature e funzionali, pronte ad essere studiate o impiegate nella medicina rigenerativa.

Questa piattaforma PBMC → iPSC → cellula bersaglio è oggi uno degli strumenti più potenti della ricerca biomedica e delle terapie cellulari avanzate. Non si tratta ancora di cure disponibili su larga scala, ma di un campo in rapida evoluzione che sta già mostrando risultati clinici concreti in tutto il mondo.

Perché conservarle oggi

Conservare le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) significa fare una scelta lungimirante: mettere da parte una risorsa biologica personale che potrebbe rivelarsi decisiva nel momento in cui la medicina rigenerativa e le terapie cellulari avanzate diventeranno parte integrante della pratica clinica.

Cosa viene conservato?
Viene raccolta con un semplice prelievo, una piccola quantità di sangue periferico da cui si isolano le cellule mononucleate (linfociti, monociti e altre cellule immunitarie). Queste cellule, una volta crioconservate, mantengono intatte le caratteristiche biologiche del momento della raccolta e possono, in futuro, essere riprogrammate in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC, Induced Pluripotent Stem Cells).

I vantaggi della conservazione delle PBMC

Procedura semplice e sicura
La raccolta delle PBMC avviene tramite un normale prelievo di sangue, non invasivo e indolore, accessibile in qualunque momento della vita.

Cellule sane
Le PBMC vengono raccolte in condizioni di salute, quando l’organismo è in equilibrio e non segnato da malattie o trattamenti. Significa disporre di un patrimonio cellulare sano e biologicamente giovane, con un potenziale rigenerativo ottimale.

Compatibilità perfetta
Le PBMC appartengono al paziente stesso: una volta riprogrammate in iPSC e trasformate nelle cellule necessarie, saranno geneticamente compatibili, senza rischi di rigetto o bisogno di terapie immunosoppressive.

Conservazione nel tempo
Una volta crioconservate, le PBMC non invecchiano: rimangono identiche al momento della raccolta. Conservare cellule in giovane età significa garantirsi per il futuro una riserva cellulare di alta qualità.

Accesso a un patrimonio illimitato
Le PBMC, riprogrammate in iPSC, possono essere moltiplicate senza limiti e differenziate in molti tipi cellulari: neuroni, cellule cardiache, pancreatiche, epiteliali, ecc. In questo modo diventano un arsenale cellulare personalizzato, pronto a essere utilizzato per applicazioni cliniche emergenti.

Un tassello che completa non sostituisce

Le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) non sostituiscono le altre fonti di cellule staminali, ma le affiancano in modo complementare.
Le fonti perinatali — come il sangue cordonale, il tessuto cordonale e la placenta — offrono cellule già oggi utilizzate in clinica o in fase avanzata di sperimentazione. Le cellule da tessuto adiposo, invece, rappresentano una riserva adulta facilmente accessibile, ricca di cellule mesenchimali con proprietà rigenerative e immunomodulanti.

In questo scenario, le PBMC aggiungono qualcosa di unico: la possibilità della riprogrammazione e quindi la generazione di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), capaci di dare origine a molti tipi di cellule dell’organismo.

 Insieme, cordone, tessuto cordonale, placenta, tessuto adiposo e PBMC costituiscono un progetto di biobanking completo e integrato, che non guarda solo al presente ma prepara concretamente alle opportunità della medicina del futuro.

EternaCell

Con SSCB, attraverso il progetto EternaCell, ogni cliente ha la possibilità di conservare oggi le proprie cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC).

Questo significa custodire cellule sane e personali che, grazie alle tecnologie di riprogrammazione in iPSC, potranno aprire l’accesso a un patrimonio cellulare virtualmente illimitato, pronto a diventare la base per la medicina rigenerativa e le terapie cellulari avanzate del futuro.

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