Cellule Staminali,
Informazioni e prospettive.

Le cellule staminali del cordone ombelicale, del tessuto cordonale e della placenta

Quando nasce un bambino, insieme a lui nasce anche una risorsa biologica unica: il cordone ombelicale e la placenta. Per decenni venivano considerati semplici “scarti” del parto; oggi sappiamo che, al contrario, custodiscono uno dei patrimoni più preziosi della medicina moderna: le cellule staminali.

Queste cellule non sono tutte uguali: nel sangue del cordone, nel tessuto che lo avvolge e nella placenta si trovano popolazioni diverse, ognuna con caratteristiche particolari. Insieme formano un arsenale biologico straordinario, capace di aiutare nella cura di malattie già oggi trattabili e di aprire prospettive per terapie future.

Sangue cordonale: le cellule ematopoietiche

Nel sangue del cordone ombelicale si concentrano le cellule staminali ematopoietiche, quelle che danno origine a tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Sono le cellule più “famose” perché già oggi hanno cambiato la vita di migliaia di pazienti: vengono impiegate nei trapianti per più di 80 patologie, in particolare malattie del sangue come leucemie, linfomi, talassemie e gravi immunodeficienze.

  • Leucemia linfoblastica acuta
  • Leucemia mieloide acuta
  • Leucemia acuta bifenotipica
  • Leucemia acuta indifferenziata
  • Leucemia/linfoma a cellule T dell’adulto
  • Linfoma di Hodgkin
  • Linfomi non-Hodgkin
  • Leucemia linfatica cronica
  • Leucemia prolinfocitica
  • Sindromi mielodisplastiche, includenti:
    • Anemia refrattaria
    • Anemia refrattaria con sideroblasti ad anello
    • Anemia refrattaria con eccesso di blasti
    • Anemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione
  • Leucemia mielomonocitica cronica
  • Leucemia mielomonocitica giovanile
  • Citopenia refrattaria
  • Leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva
  • Mielofibrosi idiopatica
  • Policitemia vera
  • Trombocitemia essenziale
  • Mieloma multiplo
  • Leucemia plasmacellulare
  • Macroglobulinemia di Waldenström
  • Amiloidosi
  • Anemia aplastica acquisita
  • Anemia di Fanconi
  • Discheratosi congenita
  • Emoglobinuria parossistica notturna
  • Anemia di Blackfan-Diamond
  • Anemia diseritropoietica congenita
  • Aplasia pura della serie eritroide acquisita
  • Porpora amegacariocitica congenita (da mutazione del gene del recettore per la trombopoietina)
  • Disordini congeniti delle piastrine (es. malattia di Bernard-Soulier, tromboastenia di Glanzmann)
  • Agranulocitosi congenita (sindrome di Kostmann)
  • Sindrome di Shwachman-Diamond
  • Beta thalassemia
  • Anemia a cellule falciformi
  • Selezionati casi di deficit di piruvato chinasi con dipendenza trasfusionale
  • Linfoistiocitosi emofagocitica familiare
  • Sindrome di Griscelli
  • Sindrome di Chediak-Higashi
  • Istiocitosi a cellule di Langerhans (Istiocitosi X)
  • Malattia granulomatosa cronica
  • Deficit delle proteine di adesione leucocitaria
  • Immunodeficienze combinate gravi (SCID), includenti:
    • Deficit di adenosin-deaminasi
    • Difetto delle molecole HLA di classe I e II
    • Difetto di Zap70
    • Sindrome di Omenn
    • Deficit di purin-nucleoside-fosforilasi
    • Disgenesia reticolare
    • Difetto della catena γ comune a multiple citochine
    • Difetto di JAK3
    • Sindrome da iper-IgM
    • Sindrome di Wiskott-Aldrich
    • Sindrome linfoproliferativa X-linked (Sindrome di Duncan/Purtillo)
  • Ipoplasia cartilagine-capitello
  • Sindrome di DiGeorge
  • Sindrome IPEX (immunodeficienza con poliendocrinopatia, enteropatia, X-linked)
  • Sindrome di Hurler (MPS-IH)
  • Sindrome di Scheie (MPS-IS)
  • Sindrome di Maroteaux-Lamy (MPS-VI)
  • Sindrome di Sly (MPS-VII)
  • Adrenoleucodistrofia
  • Fucosidosi
  • Malattia di Gaucher
  • Malattia di Krabbe
  • Mannosidosi
  • Leucodistrofia metacromatica
  • Mucolipidosi II (I-cell disease)
  • Lipofuscinosi ceroide neuronale (malattia di Batten)
  • Malattia di Sandhoff
  • Osteopetrosi
  • Osteogenesis imperfecta
  • Altri disordini ereditari
  • Porfiria eritropoietica congenita (Gunther)
  • Sarcoma di Ewing
  • Neuroblastoma
  • Carcinoma a cellule chiare del rene
  • Rabdomiosarcoma
  • Altre neoplasie
  • Sindrome di Evans
  • Sindrome linfoproliferative autoimmuni (da difetto di FAS, FAS-L, caspasi)
  • Sclerosi sistemica progressiva
  • Neoplasie pediatriche trattate con chemioterapia / radioterapia

Il vantaggio immunologico: rispetto al midollo osseo, il sangue cordonale è più “tollerante”. Questo significa che, anche se la compatibilità tra donatore e ricevente non è perfetta, il rischio di rigetto è più basso. È come se le cellule cordonali fossero più giovani e meno “rigide” nel riconoscere ciò che è estraneo, il che le rende preziose nei trapianti.

Tessuto del cordone: le cellule mesenchimali

Il tessuto che avvolge i vasi del cordone, chiamato gelatina di Wharton, è ricco di cellule stromali mesenchimaliC (MSC). Queste cellule hanno un altro tipo di potere: possono trasformarsi in ossa, cartilagini, muscoli e tessuto adiposo.

Caratteristiche differenziative: le MSC non servono per ricostruire il sangue, ma per rigenerare tessuti solidi e modulare l’infiammazione. Sono cellule “architetto”, capaci di contribuire alla riparazione dei tessuti danneggiati.

Il plus immunologico: le MSC hanno una capacità naturale di calmare il sistema immunitario. Per questo vengono studiate per malattie autoimmuni (come la sclerosi multipla o il lupus), per rigenerare il cuore dopo un infarto o per riparare cartilagini e ossa.

Placenta: un doppio tesoro

La placenta è spesso trascurata, eppure è un vero scrigno di cellule staminali. Contiene sia cellule ematopoietiche, simili a quelle del sangue cordonale, sia cellule mesenchimali, come quelle del tessuto cordonale. In altre parole, un doppio patrimonio biologico.

Oltre al potenziale clinico, la placenta ha un’altra caratteristica unica: è naturalmente programmata per gestire il dialogo immunitario tra madre e feto. Le cellule placentari ereditano questa capacità, diventando strumenti interessanti per future terapie che richiedono tolleranza immunologica e controllo delle infiammazioni.

Perché conservarle?

Perché è un’occasione irripetibile: sangue, tessuto e placenta possono essere raccolti solo alla nascita, con procedure semplici, non invasive e completamente sicure.

Perché sono già utili oggi: il sangue cordonale è impiegato da oltre vent’anni in trapianti salvavita per malattie del sangue e del sistema immunitario.

Perché offrono prospettive per domani: le cellule mesenchimali e quelle placentari sono studiate per applicazioni innovative in neurologia, cardiologia, ortopedia, oncologia e malattie autoimmuni.

Conservare queste cellule significa custodire un capitale biologico che appartiene al bambino e che, in alcuni casi, può essere utile anche per i fratelli o i genitori compatibili.

In sintesi: il cordone e la placenta non sono solo “memorie della nascita”, ma risorse terapeutiche e rigenerative che un giorno potrebbero fare la differenza tra avere o non avere una cura disponibile.

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